78». Hai ucciso per me...»

Isabelle Nash

La mia coscienza ritorna lentamente. Prima, il suono di qualcosa lontano: un uccello, forse, o il leggero fruscio delle foglie contro una finestra. Poi, il tatto—un tessuto morbido sotto le dita, il peso leggero di una coperta che copre il mio corpo. Ma i miei occhi si chiudono ...