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CAPITOLO 2
IL PUNTO DI VISTA DI NOAH
Il sole scese sotto l’orizzonte, gettando un caldo bagliore dorato sulla frenetica città di Los Angeles, in California. Tra la folla di gente e paparazzi emerse una figura, il cui incedere, quello di un modello, non lo abbandonava mai. Quest’uomo era Noah Wilder, un individuo straordinario, nato prima nel mondo sfarzoso e affascinante della moda e poi catapultato in quello spietato degli affari.
Un tempo acclamato come simbolo di bellezza e mascolinità, Noah aveva conquistato le copertine di innumerevoli riviste di moda e calcato le passerelle delle capitali mondiali del settore. Con i suoi lineamenti perfettamente scolpiti e un carisma magnetico, a ogni passo catturava il pubblico. Ma sotto la superficie del successo si nascondeva un passato amaro, segnato dalla tragedia e da un’incessante ricerca di riscatto.
Nato con la camicia, i primi anni di Noah furono definiti dall’eleganza e dalla stravaganza. Aveva tutto ciò che desiderava; i suoi genitori, personaggi dell'alta società molto rispettati a Los Angeles e con un debole per le cose più belle che la vita potesse offrire, provvedevano ai loro figli. Insieme al fratello minore Tyler, Noah si godeva una vita piena di privilegi e promesse.
Tuttavia, la loro fortuna durò poco: per un crudele scherzo del destino, i fratelli persero i genitori in un tragico incidente d’auto, che lasciò dietro di sé un vuoto incolmabile. In un istante, si ritrovarono orfani, con le loro vite dorate andate in frantumi.
In mezzo al dolore e al caos, apparve una luce in fondo al tunnel: loro zio, Rafael Wilder, fratello minore del padre. Uomo d’affari scaltro dal cuore d’oro, Rafael prese i ragazzi sotto la sua ala, giurando di proteggerli e guidarli in quei tempi difficili. Grazie alle sue cure e al suo sostegno, i fratelli trovarono conforto l’uno nella compagnia dell’altro, e lui prese in gestione le aziende dei loro genitori, amministrandole finché i ragazzi non fossero stati pronti a occuparsene.
Determinato a onorare l’eredità dei suoi genitori e a forgiare il proprio destino, Noah strinse un patto con lo zio Rafael: avrebbe preso le redini dell’azienda dopo aver raggiunto il successo come modello. Non andò mai a scuola come i ragazzi normali; insieme al fratello, studiò a casa fino al diploma. Dotato di una bellezza folgorante e di un innato senso dello stile, scalò rapidamente le gerarchie, attirando l'attenzione degli addetti ai lavori e degli appassionati di moda. In breve tempo divenne un nome noto, conquistando le copertine di riviste prestigiose e dominando le passerelle con il suo fascino disinvolto e il suo passo sicuro.
Nel frattempo suo fratello, che come lo zio Rafael nutriva una passione per la tecnologia e possedeva un’azienda in quel settore, trovò lì la sua vocazione, ritagliandosi un proprio spazio. Noah passò dal mondo della moda a quello degli affari, spinto da una visione condivisa di innovazione ed eccellenza.
Ma nel vortice del successo e dell’ambizione, Noah non diede mai per scontata la sua famiglia; non perse mai di vista ciò che era importante o che contava davvero per lui: la famiglia. Per lui, la famiglia era più di un semplice legame di sangue: era una fonte di forza e ispirazione. E nello zio Rafael trovò un mentore e un confidente, la cui saggezza e guida lo plasmarono nell'uomo che era diventato. Alla fine, Noah Wilder era più di un modello diventato uomo d’affari; era un simbolo di speranza e perseveranza, una testimonianza dello spirito umano che si rifiuta di essere limitato dalle perdite o dal destino, dall’amore della sua famiglia all’incrollabile sostegno dei suoi fan.
Zio Rafael non si era mai sposato, perché non voleva che nulla lo distraesse dal prendersi cura di noi. Gli dicevamo sempre di pensare un po’ anche a sé stesso.
Stavo facendo la doccia quando mi squillò il telefono. Sapevo che era zio Rafael, perché la mia assistente personale sa di non chiamarmi quando sono a casa. Così mi sciacquai sotto l’acqua calda, che mi rilassò i muscoli dopo una lunga giornata passata a scattare innumerevoli foto. Mi asciugai con il mio morbido asciugamano e me lo legai attorno alla vita, abbastanza basso da mostrare la linea a V. Ero orgoglioso del mio corpo e di me stesso.
Pensando che fosse zio Rafael, lo richiamai. Rispose quasi subito.
«Noah, come stai?» mi chiedeva sempre.
«Sto bene» risposi. Adoravo quell'uomo, pensai tra me e me.
«Voglio vedere te e tuo fratello alla villa oggi. Devo dirvi a cosa ho lavorato di recente».
Gli dissi che saremmo venuti. Mandai subito un messaggio a Tyler mentre mi vestivo per incontrare nostro zio alla villa. Mi rispose con un "ok".
Sono orgoglioso di me stesso. Indossai una camicia e dei pantaloni neri e mi spazzolai i capelli scuri per metterli in ordine. Misi al polso il mio Rolex Phillip Newman. Credo nel lavorare sodo e nel divertirsi ancora di più.
Mentre guidavo la mia Lamborghini nero opaco per andare da mio zio, mio fratello mi chiamò.
«Sai perché ci ha chiamato lo zio?»
«Non ne ho idea» risposi.
«Fratello, come sta andando la sfilata finale?»
«Bene. Sono grato di aver vissuto quell'esperienza e di averla superata. Sono pronto per la prossima fase della vita, fratello. Sono nato pronto».
Parlammo a lungo, poi riattaccai perché ero quasi arrivato alla villa. Entrai dopo che il personale della sicurezza mi ebbe fatto strada. Parcheggiai l'auto ed entrai nella lussuosa dimora di mio zio. Fui accolto da Agnes, la governante. Era l'unica dello staff a vivere con lo zio Rafael, dato che lui si fidava a malapena degli estranei al punto da farli vivere con sé. Essendo scapolo, faceva venire un'impresa di pulizie a sistemare la casa sotto l'occhio vigile della signora Agnes e si faceva cucinare da chef di alto livello quando voleva mangiare. Questa era l'unica responsabilità di Agnes, assunta non appena lo zio ci aveva presi con sé. Nei giorni in cui lui non c'era, era lei a prendersi cura di noi; per noi era come una figura materna.
Mi abbracciò. «Se continui così, uno di questi giorni finirai come tuo zio: da solo».
«No, non succederà. Ho te, Tyler e lo zio a tenermi compagnia» replicai.
Lei sospirò e mi diede un colpetto sullo stomaco, essendo una donna minuta. «Caro, non intendevo quello. Intendevo una fidanzata. Sei abbastanza grande e hai tutte le carte in regola».
«Non sono ancora tagliato per queste cose. Devo ancora sistemare un po' di faccende e prendere le redini dell'azienda da zio. Ho venticinque anni, sono ancora giovane».
«Con te non si può mai vincere, vero, ragazzo mio?»
Dopo la chiacchierata con la signora Agnes, entrai. Volevo arrivare a un certo punto della mia vita prima di pensare di legarmi a qualcuna. E comunque, sarebbe stata la ragazza più fortunata del mondo, perché chi non si riterrebbe fortunata ad avermi come fidanzato? Non sono un monaco. Se ne ho bisogno, mi concedo qualche top model.
Entrai in casa e scambiai dei convenevoli con mio zio Rafael. Eravamo in salotto a parlare quando arrivò Tyler. Salutò lo zio e me, poi ci dirigemmo tutti verso la sala da pranzo, dove ci sedemmo in attesa dello chef a cinque stelle che mio zio Rafael aveva ingaggiato per la cena di quella sera. Ci servirono i loro piatti migliori: tempura di pesce San Pietro con purea di piselli, costolette d'agnello al forno con peperoni, pomodori, olive e olio alla menta, curry indiano di pesce, cavolfiore e cocco di Matt Moran, una torta salata di verdure primaverili, le penne al formaggio supreme di Silvia Colloca e polpette di pollo thai.
Cenammo magnificamente, rievocando i vecchi tempi.
«So che vi starete chiedendo perché ho organizzato questa cena urgente» disse zio Rafael. «Volevo che foste i primi a sapere che molto presto mi sposerò».
Ero felice che facesse questo passo dopo tutti quegli anni, ma ciò non significava che avrei permesso a una qualunque di entrare nella vita di mio zio.
«Congratulazioni, zio» gli dissi.
«Sono felice per te» aggiunse Tyler.
Mio zio, raggiante, era contento che appoggiassimo la sua decisione, perché era da tempo che avrebbe dovuto sposarsi.
«Allora, chi è la fortunata?» gli chiesi.
«Non la conoscete, ma ve la presenterò presto» rispose.
«Ok, zio. Non vedo l'ora di conoscerla» disse Tyler.
Sono felice per mio zio, che si sposi, ma allo stesso tempo non voglio che venga usato da qualcuna che non lo ama, ma che vuole solo i suoi soldi, la vita sfarzosa o, peggio ancora, me. So che certe ragazze farebbero di tutto perché io le degni di uno sguardo. Zio Rafael è ancora giovane: a quarantacinque anni è in gran forma e non dimostra affatto la sua età. Ma quella ragazza farà meglio a stare attenta. La farò indagare a fondo per scoprire chi è e se sta sposando mio zio per le giuste ragioni.
