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CAPITOLO 3
IL PUNTO DI VISTA DI ANNA
Il sole del mattino filtrava nella mia stanza attraverso uno spiraglio nella tenda. Mi svegliai al suono della sveglia, per non fare tardi alla ricerca di un lavoro. Mi stiracchiai e diedi un'occhiata al telefono prima di andare in bagno a farmi una doccia e iniziare la giornata. Indossai i vestiti che avevo già preparato ieri. Me li misi e mi guardai allo specchio, assicurandomi di avere un aspetto presentabile e non trasandato. Dovevo fare una buona impressione.
Uscii dalla mia stanza e mi diressi verso la cucina, camminando in punta di piedi lungo il corridoio del nostro modesto appartamento per non svegliare nessuno. Appena entrai in cucina, l'odore di caffè mi invase le narici, facendomi capire che mia madre era già in piedi a preparare la colazione per tutti.
«Anna, sei già sveglia» disse mamma, versandomi una tazza di caffè.
«Sì, mamma. Volevo iniziare a cercare lavoro proprio oggi. So che troverò qualcosa presto» le risposi, bevendo il mio caffè.
Mamma mi mise davanti i tacos per colazione; avevano un aspetto delizioso. «So che troverai presto qualcosa che fa per te, tesoro.»
«Grazie, mami, per le parole d'incoraggiamento. Sentirtele dire significa tantissimo per me» le dissi, mangiando in fretta per poter uscire il prima possibile.
«Tesoro, mastica piano, arriverai comunque in tempo. Non vorrai farti venire un'indigestione» disse mamma, sedendosi accanto a me.
«Ok, mamma, ho finito» dissi, lasciando i piatti nel lavandino e lavandoli. «Adesso vado, mamma. Ti voglio bene» le dissi dandole un bacio, proprio mentre entrava papà.
«Papà, buongiorno. Sto per uscire» gli dissi, applicandomi il lucidalabbra.
Papà mi guardò con un misto di orgoglio e sincerità. «Sei una combattente, Anna. Non ho dubbi che troverai qualcosa presto.»
Con le loro parole di incoraggiamento, quella mattina afferrai la borsa e aprii la porta, uscendo nelle strade trafficate d'America. L'aria del mattino era così frizzante e pulita che mi sollevò il morale mentre proseguivo il mio viaggio alla ricerca di un lavoro.
Andai in un sacco di posti a cercare un impiego, ma mi rifiutarono tutti con una scusa banale dopo l'altra: o non ero adatta al ruolo, o non ero abbastanza qualificata. Andò avanti così per tutta la mattina. Stavo per perdere le speranze quando vidi un annuncio di lavoro su una porta. Mi avvicinai. Era una pasticceria bellissima, accogliente e calda. Per me era come un sogno che si avverava.
Mi feci coraggio, spinsi la porta ed entrai, accolta dall'aroma celestiale di muffin e croissant appena sfornati. Un enorme sorriso mi si dipinse sulle labbra mentre mi avvicinavo al bancone, verso l'anziana signora che stava sistemando quelle deliziose bontà su uno scaffale.
«Buongiorno, signorina» mi disse la donna, sorridendo. «Come posso aiutarla?»
«Sono qui, signora, per l'offerta di lavoro» dissi, cercando di sembrare sicura di me.
Il viso della donna si illuminò di sincero interesse.
«Signorina, stiamo proprio cercando un'aiuto fornaia. Ha qualche tipo di esperienza?»
A quel punto, il cuore mi scoppiava di felicità. «Ho sempre avuto la passione per la pasticceria, signora. Imparo in fretta e sono ansiosa di apprendere qualsiasi cosa» dissi, cercando di contenere la gioia.
L'anziana signora annuì; era interessata a me. «Mi piaci, signorina. Ti darò una possibilità. Puoi iniziare domani, ma sarai in prova finché non mi avrai dimostrato cosa sai fare» mi disse.
Ero così emozionata per aver avuto un'opportunità di lavoro. Avevo un impiego, ora la mia famiglia sarebbe stata felice di sentirlo. Intanto si stava facendo tardi. Tirai fuori il telefono e vidi delle chiamate perse da parte di Alma. L'avevo tenuto in silenzioso per tutto il giorno. Ecco perché. La richiamai subito per darle la buona notizia.
«Sorella, ho una novità stupenda da dirti» dissi ad Alma, tutta contenta.
«Mh, okay, sono tutt'orecchi, hermana» rispose Alma, incuriosita da quello che avevo da dirle.
«Sorella, ho appena trovato lavoro in una pasticceria» le annunciai, felice.
«Wow, è una notizia fantastica! Dobbiamo festeggiare subito» disse Alma, come se avesse già un piano.
«Se lo dici tu, hermana» le risposi, raggiante.
«Okay, mandami il tuo indirizzo e ti raggiungo lì» mi disse Alma. Le inviai la mia posizione e andai ad aspettarla alla pasticceria.
Entrai nel negozio e chiesi all'anziana signora se potevo aspettare lì mia sorella. Acconsentì. Mi disse di chiamarsi signora Betty e che il negozio era suo e del suo defunto marito, il signor Michael. Chiacchierammo un po', prima che tornasse a occuparsi del lavoro e dei clienti. Mi offrì uno dei suoi muffin e la ringraziai. La osservai lavorare, guardai come veniva fatto ogni cosa e capii che dovevo restare lì e imparare da lei. Alma arrivò poco dopo. Ringraziai la signora Betty e uscii per andare a festeggiare con la mia sorella gemella.
Alma mi portò a festeggiare in un ristorante elegante. Era un posto bellissimo.
«Sorella, prendi tutto quello che vuoi. Faccio sul serio, non scherzo» mi disse.
«Davvero? Qualsiasi cosa? Nessun problema, adoro mangiare, quindi ti prenderò in parola» risposi a mia sorella, ridendo. Feci la mia ordinazione dopo aver guardato il menù, ma dovetti chiedere ad Alma dove avesse preso i soldi.
«Alma, so che questo ristorante è costoso. Come hai fatto a trovare i soldi per permetterti un posto del genere?» le chiesi.
«Oh, ho dimenticato di dirtelo. Anche io ho trovato lavoro oggi e mi hanno dato un anticipo sullo stipendio per festeggiare con te, sorella» mi rispose.
«Va bene, sorellina, ti credo. Festeggiamo il fatto che oggi abbiamo trovato entrambe lavoro» le dissi, felice.
Finito di mangiare al ristorante, tornammo verso casa. Il sole stava già tramontando e i nostri genitori sarebbero rientrati a breve dal lavoro. Quando arrivammo, però, non erano ancora tornati. Mi cambiai d'abito e decisi di preparare la cena con Alma, così i nostri avrebbero trovato qualcosa di pronto al loro rientro. Avevamo appena finito quando entrò mamma, che si diresse subito in cucina.
«Mamma, bentornata. Rilassati pure, la cena è pronta» le dissi.
«Grazie. Vado solo a darmi una rinfrescata e torno subito, perché sono tutta appiccicosa di sudore» rispose lei, salendo al piano di sopra.
Mentre impiattavamo e apparecchiavamo la tavola, entrò papà.
«Papà, arrivi giusto in tempo per cena. Vieni a sederti» gli disse Alma, andandogli incontro per aiutarlo a prendere posto a capotavola.
Cenammo. Mamma e papà chiacchierarono della loro giornata e io non potei fare a meno di lanciare loro qualche occhiata furtiva mentre parlavano. Tremavo dall'emozione a guardarli e non riuscivo a contenere la felicità. Guardai Alma e lei annuì, facendomi segno di andare avanti e dirglielo.
Feci un respiro lungo e profondo, poi mi schiarii la gola per attirare la loro attenzione.
«Mamma, papà» dissi. La voce mi tremava un po'. «Ho qualcosa da dirvi».
I miei genitori interruppero subito la conversazione, concentrando tutta la loro attenzione su di me, in attesa di sentire cosa avessi da dire.
«Oggi ho trovato lavoro» dissi tutto d'un fiato, guardandoli in attesa di una loro reazione.
Papà inarcò un sopracciglio, mentre il viso di mamma si illuminò per l'entusiasmo. «È una notizia meravigliosa, tesoro! Dove l'hai trovato?» mi chiese.
Senza perdere tempo, risposi: «In una pasticceria in centro». La mia voce era chiarissima.
«Fantastico, cara. Sono felice che tu abbia trovato un lavoro, sono sicuro che sarai bravissima» mi disse papà.
«Congratulazioni, è un sogno che si avvera per te. So quanto ami preparare dolci» aggiunse mamma.
«Congratulazioni ancora, sorellina. Sono così felice per te» mi disse Alma.
«Grazie, sorellina. Ma tu non hai niente da dire a mamma e papà?» le chiesi, sorridendo.
«Sì, anch'io ho trovato lavoro, mamma, papà» disse lei, esitante.
«Tesoro, non ce l'avresti detto se tua sorella non te l'avesse chiesto, vero?» le disse mamma, con tono severo.
«No, mamma, volevo solo che Anna si godesse il suo momento, e poi vi avrei dato la mia buona notizia» le rispose Alma.
«Amore, lasciala stare. L'importante è che le nostre figlie abbiano trovato un lavoro» disse papà a mamma, sorridendo.
La nostra conversazione verteva sulla ricerca di un lavoro. Oggi mamma e papà si sono dimenticati di chiedere ad Alma dove avesse trovato il suo, ma glielo chiederò io quando saremo sole. Abbiamo aiutato la mamma a sparecchiare e a pulire, poi siamo salite di sopra per andare a dormire. Ho seguito Alma in camera sua.
«Non vai a farti una doccia e a letto?» mi ha chiesto.
«Volevo solo chiederti dove hai trovato lavoro. Non l'hai detto né a me né ai nostri genitori» le ho risposto.
«Va bene, Anna. So che se non te lo dico non mi lascerai in pace. È a questo indirizzo. Chiamami quando arrivi» ha detto, dandomi un foglietto di carta.
«Molto meglio. Verrò a trovarti prima o poi» le ho detto.
«Mi sembra giusto. Aspetterò la tua visita» ha risposto Alma, sorridendo.
«Per ora ti lascio, buonanotte sorellina. Ti voglio bene» le ho detto.
«Notte, te ne voglio di più» mi ha risposto lei.
Sono uscita dalla sua stanza e sono andata nella mia. Una volta lì, ho seguito la mia routine serale e mi sono preparata per dormire. L'indomani mi aspettava una giornata importante.
Il giorno dopo sono arrivata in pasticceria, molto motivata ed entusiasta di iniziare a lavorare lì, decisa a dimostrare alla signora Betty che non aveva sbagliato a darmi quel posto.
Quando sono entrata nel negozio, l'aria era impregnata del profumo dei dolci appena sfornati. Questo era il mio periodo di prova e non volevo rovinare tutto. Ero nervosa e il cuore mi batteva forte, ma la mia determinazione era più forte dell'ansia. Era la mia occasione per dimostrare a me stessa, alla mia famiglia e alla signora Betty che avevano fatto bene a fidarsi di me e dei miei sogni.
Mentre continuavo a sistemare quelle delizie appena sfornate, mi è tornata in mente la conversazione che avevo avuto con la mia famiglia e tutto il sostegno che mi avevano dimostrato.
«So che puoi farcela, Anna» mi risuonavano in testa le parole incoraggianti di mamma. «Hai sempre avuto talento per la pasticceria, credi in te stessa e potrai fare qualsiasi cosa.»
«Non è una questione di talento, Anna, ma di dedizione e duro lavoro. Rimani concentrata e ce la farai» mi ha ricordato il tono amorevole di papà.
Ho sorriso mentre proseguivo con i miei compiti. Ogni interazione con i clienti era un modo per mostrare le mie capacità di pasticciera. Davo loro ottimi consigli per soddisfare le loro voglie di dolci.
Mentre stavo servendo i clienti, il telefono mi ha vibrato: un messaggio da Alma.
«Ce la puoi fare, hermana. Faccio sempre il tifo per te e non vedo l'ora di festeggiare il tuo successo.»
Le parole di incoraggiamento di mia sorella mi hanno dato ancora più forza e coraggio, perché lei è la mia gemella e la mia più cara confidente. Mi sostiene in ogni successo e in ogni fallimento. Il suo appoggio ha un effetto magico sulla mia autostima.
