Capitolo 1
Finalmente sono riuscita ad addormentarmi dopo aver pulito la casa, lavato i piatti, fatto il bucato, preparato la cena e messo a letto i miei fratelli e sorella, senza contare di aver finito i compiti. Ho una tesina importante da consegnare domani, e l'ho appena finita. Farlo con tre gemelli di tre anni che corrono in giro non è la cosa più facile da fare. Ero appena caduta in un sonno profondo quando sono stata strappata dal letto e trascinata giù per le scale. Accidenti, questo lascerà sicuramente qualche livido. "Che diavolo è questa merda?" urlò mia madre. "Tuo padre sarà a casa presto, pulisci questa schifezza!" gridò, lanciandomi in cucina. "Prima di tutto, hai fatto tu questo casino, io avevo tutto pulito, quindi devi pulire dopo te stessa e in secondo luogo, lui NON è mio PADRE!" risposi con rabbia. Mia madre si tirò indietro e mi schiaffeggiò così forte che mi fece sanguinare e cadere a terra. Scossi leggermente la testa cercando di riprendermi. "LUI È tuo PADRE! Ora pulisci questa schifezza prima che torni a casa." urlò e uscì dalla cucina andando nella sua stanza. Non è la prima volta che fa così; tornava a casa e faceva un casino e diceva a lui che non avevo fatto nessuna delle mie faccende. Mia madre non è così male come può essere lui, lui può essere veramente malvagio. Mi ha picchiata così forte una volta che non riuscivo quasi a muovermi e ovviamente questo significava che non potevo pulire, cucinare o prendermi cura dei gemelli e questo peggiorava le cose, portando a un'altra bastonatura. Dovevo costringermi a rialzarmi per fare tutto. Alla fine, sono riuscita a entrare in una routine e a fare tutto, anche nei giorni in cui mia madre tornava a casa di cattivo umore.
Ero nel mezzo di pulire il casino che mia madre aveva fatto quando LUI entrò in cucina. "Che diavolo è questa merda? Perché non è pulito!" lo sentii urlare. Ero già arrabbiata con mia madre, quindi questo non sarebbe finito bene per me. "Era pulito fino a quando tua moglie è tornata a casa e ha deciso che la sua giornata non era completa finché non rendeva la mia un inferno!" risposi, le mie parole cariche di veleno. "Che cosa hai detto?!" ringhiò. Vidi i suoi occhi cambiare colore dal marrone al nero pece. Faceva sempre così quando si arrabbiava. "Mi hai sentito; non ho balbettato." gli urlai mentre finivo di pulire dopo mia madre. "Non parlare mai così di tua madre!" urlò, e la prossima cosa che sentii fu un dolore che mi percorreva il collo. Caddi in ginocchio afferrandomi la parte posteriore della testa. Cercai di alzarmi ma il suo pugno colpì il lato destro del mio viso. "Devi mostrarci un po' di rispetto!" ringhiò stando sopra di me. "Te l'avevo detto che non sarebbe stato contento." sibilò mia madre. "Andiamo Freddy caro, sono stanca, è stata una lunga giornata." gli disse strofinandosi contro di lui, che schifo. Lui la tirò a sé mentre lei faceva le fusa tra le sue braccia. Gli diede quello che lei chiama il suo sorriso sexy e uscì dalla cucina, dondolando i fianchi. "È meglio che non trovi sangue qui domattina. Capito?" urlò. Non risposi, quindi ripeté e odiava ripetersi. "HAI. CAPITO." ringhiò. "NON FARMELI RIPETERE." grugnì mentre mi sovrastava, e io annuii con la testa.
Una volta finito di pulire la cucina, di nuovo, andai a letto, pregando di riuscire a dormire qualche ora prima che la sveglia suonasse. La sveglia suonò alle cinque del mattino, gemetti e la spensi. Andai in bagno il più silenziosamente possibile, dato che i gemelli dormivano nella mia stanza. Feci quello che dovevo fare, mi feci una doccia, mi lavai i denti e cominciai a cercare di nascondere i lividi sul viso. Erano un po' più scuri del solito, quindi non riuscivo a coprirli del tutto. Feci del mio meglio. Uscii dal bagno e trovai i miei piccoli svegli e seduti in silenzio ad aspettarmi. Fred li aveva addestrati e così spaventati da non piangere, urlare o fare capricci. Mi picchiava davanti a loro quando si comportavano male e diceva loro che se avessero continuato, avrebbe fatto lo stesso con loro. Bastò che mi vedessero picchiata una volta e non fecero mai più un fiato. Prenderei una bastonata per loro in qualsiasi momento; il minimo strillo di gioia li farebbe infuriare entrambi. Immagina che il grido di felicità dei loro figli li faccia arrabbiare.
"Stowme." Sentii Ryder chiamare piano. "Buongiorno, miei piccoli amori. Avete dormito bene?" chiesi, aiutandoli a scendere dal letto e mettendoli sul pavimento. Annuiscono con sbadigli. "Andiamo, dobbiamo pulirvi e toglierci i pigiami." dissi mentre si trascinavano in bagno. Nancy non si prendeva mai cura di loro, tranne per i primi sei mesi dopo la loro nascita. Era una buona mamma e pensavo che forse sarebbe cambiata, ma quando compirono sei mesi, tornò a lavorare e iniziò a rimanere fuori fino a tardi. Fred trasferì le loro cose nella mia stanza e mi disse che ora erano il mio problema e la mia responsabilità e che ora erano i miei figli. Quando ebbi finito di preparare noi quattro, erano le sei e mezza. Li portai di sotto, preparai le loro merende, i loro bicchieri, presi i nostri zaini e uscimmo di casa in silenzio. Fred e Nancy stavano ancora dormendo, dormivano fino a quando decidevano di alzarsi. Lavoravano entrambi la sera fino a qualche ora del mattino presto, di solito funzionava perché quasi non ci vedevamo mai, a meno che Nancy non fosse di cattivo umore o non mi capitasse di incontrare uno di loro.









































































































































































