Capitolo 9

Il punto di vista di Lia

Benedicta estrasse il bastone bianco di legno di quercia, noto per essere un'arma efficace contro le creature soprannaturali.

«Se non ti allontani da me, ti trafiggo con questo coso» disse, puntandolo verso di lui mentre si spostava per mettersi dietro di me e Merlin, a nostra protezione.

Lui sorrise per un attimo, poi scoppiò a ridere. Rise e rise.

«Prima che tu possa uccidermi, ti avrei già spezzato il collo, Benedicta» disse, riducendo gli occhi a due fessure mentre la osservava attentamente.

In una frazione di secondo, le strappò di mano il bastone di quercia bianca e lo scagliò lontano nel bosco.

Si spolverò le mani mentre si avvicinava a me. «Non voglio farvi del male. Anche se ho promesso alla cara Lia che se avesse mai provato a tradirmi, avrei ucciso Merlin» disse, fulminandomi con lo sguardo.

Deglutii a fatica. Mi fissò per un po', con gli occhi che mi scavavano nell'anima, provocandomi strane sensazioni sulla pelle.

Dopo qualche istante si voltò e tornò da Benedicta. «Ma vedi, Merlin è mio cugino, e la regola del branco degli Attici dice che non si uccidono i propri simili» disse, con le mani sui fianchi.

«Quindi per questa volta lascerò correre, ma…» disse, e in un attimo fu di nuovo di fronte a me.

«Metti giù il bambino!» ordinò.

Guardai Benedicta, che annuì e mi prese Merlin dalle braccia.

Non appena lo prese, le sue mani ruvide mi si strinsero attorno al collo.

«La prossima volta che fai una cosa del genere, ti farò urlare così tanto che non vorrai mai più tradirmi. Sono stato chiaro?» chiese.

Annuii immediatamente. Era troppo vicino. Il suo respiro caldo mi sfiorava la pelle, scatenando in me un'eccitazione incontrollabile.

Si chinò verso il mio orecchio.

«Non ti conviene scherzare con me, piccola lupa» disse, per poi indietreggiare.

Buttai fuori l'aria rumorosamente, senza nemmeno essermi resa conto che stavo trattenendo il respiro.

Lentamente, altre tre persone emersero da quel punto. Erano tutti vestiti di nero. Due donne e un uomo.

Riconobbi subito una delle due. Era Sabrina. La strega del palazzo.

«Salute a voi, sorelle streghe» disse Benedicta, chinando leggermente il capo.

Capii che erano più anziane di lei.

Loro annuirono. Guardai Luca, implorandolo con gli occhi di darmi una spiegazione.

«Sono qui per un rituale che sbloccherà la tua lupa. Sapremo se sei una reietta, un'omega o se hai un lupo.»

Mi strinsi l'orlo del vestito, spaventata al pensiero di quanto potesse essere brutale il rituale.

Luca mi prese le mani e le strinse dolcemente. «Andrà tutto bene» mi rassicurò.

Ci fissammo per un po', prima che mi lasciasse.

Sabrina mi versò dell'acqua addosso.

«Per questo rituale, avremo bisogno del sangue di un Alpha o di un membro della famiglia reale.»

Ma dove avrebbero trovato il sangue di un Alpha?

Luca tese le mani. «Prendete il mio.»

Sabrina gli lanciò un'occhiata gelida. Prese la ciotola, incise il polso di Luca e osservò il sangue fluire.

Fece un taglio anche sulla mano di Merlin, poi allargò le braccia e recitò un incantesimo. La ferita si rimarginò all'istante.

Tutti tesero le mani verso la ciotola e iniziarono a mormorare una formula.

Anche Benedicta si unì a loro.

Guardai Luca e mi accorsi che mi stava fissando. C'era qualcosa nel suo sguardo che mi metteva a disagio.

La sua insistenza mi rese consapevole di ciò che mi circondava e, all'improvviso, l'abito che indossavo mi sembrò troppo lungo. Avrei voluto sciogliermi i capelli. Volevo mostrargli quanto fossi bella.

Mi riscossi da quei pensieri quando Sabrina mi si avvicinò. Prese uno specchio trasparente e lo puntò verso il cielo.

C'era la luna, ma non era piena. Lo orientò verso la ciotola e, lentamente, il contenuto cominciò a bollire.

Poi me la porse e mi fece bere.

Il mio corpo iniziò a tremare, le articolazioni si spezzarono e si ricomposero mentre mi guardavo trasformare in un lupo.

Mi osservavano con occhi attenti. Benedicta e Sabrina sorrisero.

Ero un lupo, un lupo vero. Non un reietto, non un omega.

Lentamente tornai umana, ma ero nuda, a parte il reggiseno e le mutandine.

Mi fissavano, e nessuno si prese nemmeno la briga di darmi una veste.

Sabrina parlò: «Un giorno dovrai ripagarci per la gentilezza che ti abbiamo mostrato. Insegnerai a Merlin che la magia è una benedizione. Così, quando diventerà Alpha, ci permetterà di tornare nella nostra terra».

Detto questo, se ne andarono, svanendo nell'aria rarefatta da cui erano apparsi.

Luca si avvicinò con un accappatoio blu. Aveva il suo profumo.

Mi sussurrò all'orecchio: «Sei troppo sexy per essere una Luna». Lo fulminai con lo sguardo, ma lui ricambiò con un sorriso.

«Ora dovresti tornare a casa. L'Alpha potrebbe aver mandato qualcuno a cercarti.»

«Ma mi ha rifiutata.»

Lui sorrise con orgoglio. «E io gli ho detto che ti avrebbe accettata.»

Si avvicinò ancora e mi diede un bacio sulla guancia. «Buonanotte, Lia.» Poi se ne andò nello stesso modo misterioso in cui era arrivato.

Io e Sabrina corremmo a casa e ci sistemammo.

Poco dopo, sentimmo bussare alla porta. Aprii e mi ritrovai Luca davanti, che mi fissava con un sorriso inquietante.

«Volevo dirti che hai un buon profumo. Uno che non dimenticherò mai.»

Chissà perché, il pensiero che non avrebbe mai dimenticato il mio odore mi riscaldò il cuore.

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