Capitolo primo
Il punto di vista di Alex (4 anni prima)
Sono nell'angolo dell'ufficio di papà, seduto con lui, in attesa dell'Alpha del branco Luna di Smeraldo, Alpha Sebastian, e del suo Beta, Mark, per una riunione programmata. I territori di Luna di Smeraldo e Luna del Deserto confinano, e Alpha Sebastian ha una proposta su come potremmo unire le nostre risorse.
«Papà, perché stiamo anche solo considerando di allearci con lui?» gli chiedo.
«Non lo sto considerando» risponde lui, fissandomi con i suoi occhi castani. Alpha Sebastian è noto per la sua avidità e violenza. «Ma non costa nulla ascoltare la sua proposta.»
La porta si apre ed entrano nell'ufficio il Beta Josh e il Gamma Zach.
«Sono al confine» dice Josh a papà.
«C'è anche lei con loro?» chiede lui.
«No, grazie alla Dea. Non credo che riuscirei a stare nella stessa stanza con lei.»
«Chi è "lei"?» chiedo a zio Josh.
«Nessuno, figliolo» risponde papà al posto suo.
Papà mi fa assistere a queste riunioni; dice: "Ora che hai quindici anni, questo ti insegnerà a negoziare per quando diventerai Alpha". Mi guarda e sospira. «Alex, sei qui per osservare. Data la reputazione di Alpha Sebastian, non ti voglio nella stanza; voglio che osservi da lì dentro» dice, indicando una piccola stanza nascosta dietro di lui, mascherata da libreria. «Coprirà il tuo odore, non ti scopriranno.»
Papà non mi fa sedere spesso nella "stanza di osservazione".
«Perché devo andare lì dentro?»
«Non è una cosa negoziabile» tuona, usando la sua voce da Alpha.
Abbasso la testa e mi sposto nello spazio angusto. «Qui dentro ci sto a malapena» mi lamento con Jonas, il mio lupo.
«Se pensi che questo sia piccolo, prova a vivere nella tua testa» ride lui.
«Chissà perché papà ci vuole qui dentro?» chiedo retoricamente, senza aspettarmi una risposta.
«Probabilmente perché non ci si può fidare di quell'Alpha "sono-così-potente-e-meraviglioso" Sebastian. È per la tua sicurezza.»
«Se lo dici tu» ribatto, desiderando ci fosse più spazio per muoversi.
Un colpo alla porta mi riporta con la mente all'ufficio. Sento papà parlare per primo. «Sebastian, è un piacere rivederti.»
«Altrettanto, Laurie» dice l'altro, stringendo la mano a mio padre. «Conosci già il mio Beta, Mark, e il mio Gamma, Shaun» aggiunge, indicando i due uomini. «E questo giovanotto è mio figlio quindicenne, Jonathon.» Posa una mano sulla spalla di Jonathon. È una mia impressione o ha appena avuto un sussulto? Jonathon si sposta verso la sedia più vicina a dove mi trovo, con i suoi occhi castani che mi fissano come se percepisse la mia presenza lì dentro. Poi si siede, abbassa la testa e si prende le mani.
Andando dritto al punto, papà chiede: «Cosa vuoi, Sebastian?».
«Subito al sodo, mi piace» dice lui, guardando il Beta Mark e il Gamma Shaun.
Shaun fa un passo avanti. «Vorremmo proporre una modifica dei confini. La terra intorno alla frontiera è incontaminata e sarebbe ottima per le coltivazioni e il bestiame, aiutandoci a diventare più autosufficienti» spiega.
«E a che tipo di modifiche dei confini stiamo pensando?» domanda il Beta Josh.
Shaun tira fuori una mappa e la posa sulla scrivania di papà. Il Beta Josh e il Gamma Zachariah la osservano insieme a lui. «Pensavamo di spostare questo confine fin qui e quest'altro fin qui» dice, indicando la mappa.
«Questi sono due terzi della nostra terra. La vostra proposta avvantaggia solo voi, non noi» ribatte Zach, alzando la voce.
«Sarà vantaggioso per tutti; le risorse verranno condivise» insiste Shaun.
«Condivise un corno» sbotta zio Josh.
Scoppia una discussione tra loro; non riuscivo a distinguere cosa si stessero dicendo.
Papà alza una mano per zittire tutti. «Sebastian, ciò che suggerisci è inaccettabile. Non puoi venire qui e proporre di prenderti due terzi della nostra terra senza offrire nulla in cambio» dice, premendosi le dita sulla radice del naso. «Devo, quindi, declinare la tua proposta.» Si alza dalla scrivania.
Alpha Sebastian non si muove; ringhia contro papà. «Immaginavo che sarebbe andata così.» Guarda il Beta Mark e annuisce.
All'improvviso, la porta si spalanca; credo siano dieci persone a entrare nell'ufficio. Da dove sono sbucati? Papà colpisce uno degli uomini con un pugno e si dirige verso la porta, ma non riesce a muoversi: quattro dei loro guerrieri lo spingono a terra. Sento un crac. Zio Josh ha appena dato una gomitata sul naso a qualcuno e sta per raggiungere papà. Merda, altri quattro lo afferrano e lo bloccano sul pavimento. Neanche zio Zach riesce a muoversi; altri quattro sono su di lui.
Tutti e tre gli uomini sono tenuti a terra; si divincolano senza alcuna speranza di liberarsi. Alpha Sebastian si avvicina a loro con una siringa e inietta un liquido trasparente. Ride. «Adesso non potete più trasformarvi.»
Sento la voce di papà nella mia testa: "SIAMO SOTTO ATTACCO!!! TUTTI AI TUNNEL!" e chiude il collegamento mentale. Gli allarmi scattano in tutto l'edificio.
«No!» urlo, cercando di farmi largo per uscire da quello spazio angusto. Che diavolo! Perché non riesco a uscire? Papà mi ha chiusa qui dentro? Gli uomini che tengono fermi papà, Josh e Zachariah li afferrano per la collottola; papà riesce a liberare una mano e colpisce uno dei suoi aggressori allo stomaco. Mark sfodera gli artigli e graffia papà in faccia, afferrandogli le braccia e bloccandogliele di nuovo dietro la schiena. Vengono trascinati fuori dall'ufficio.
Rimasi seduta, sbalordita da ciò che stava accadendo. Come avevamo fatto a non renderci conto che stava per esserci un attacco? C'era un'ombra vicino alla libreria; guardai attraverso lo spioncino e vidi Jonathon che si guardava intorno. Dannazione, deve avermi sentita. «Ora ti faccio uscire» sussurra, scrutando l'ambiente prima di continuare. «Devo prima assicurarmi che non ci sia nessuno» e esce dall'ufficio.
Passano cinque minuti; lui rientra e ispeziona la libreria per trovare un modo di aprirla. «C'è un pulsante a leva sotto la scrivania di papà!» gli grido. Si avvicina alla scrivania e tasta lungo i bordi. «Trovato!» grida di rimando. La porta si spalanca e io ruzzolo sul pavimento.
«Devi essere Alex» disse, cercando di aiutarmi ad alzarmi. Lo afferro per la gola. «Dov'è mio padre?»
«Mio padre ce l'ha fuori. Ti ucciderà se scendi. Devi restare nell'ufficio e chiudere la porta a chiave quando me ne vado.»
«Dovrei farti un culo così!» urlo.
«No» supplica lui, alzando le mani. «Ho bisogno del tuo aiuto.» Lo lascio andare e lo fisso; i suoi occhi castani mi implorano.
Cosa posso fare? Ho quindici anni come lui; non siamo ancora degli Alpha.
Lui sospira. «Di mio padre non ci si può fidare. Devi ascoltarmi.» Annuendo, mi siedo. «Papà era il Beta del branco prima che io nascessi. Era il Beta del nostro Alpha, l'Alpha Jaxon. Da quanto mi hanno detto, era molto amato e rispettato nel branco. Mia madre ha avuto una relazione con lui per un po', ma quando ha trovato la sua compagna predestinata, che gli era stata donata dalla Dea della Luna Selene, ha interrotto la storia. L'Alpha Jaxon e la sua compagna hanno finito per avere due figli.»
«Mamma era furiosa che l'Alpha Jaxon avesse scelto un'altra al posto suo, così si è messa a corteggiare papà. Tutto quello che so è che lei non è la sua compagna predestinata, ma entrambi dicono di non aver bisogno di un legame del destino per sapere chi amare e chi no. Non so se lui abbia trovato o meno la sua vera compagna; immagino di sì e che l'abbia rifiutata.»
Si ferma un attimo a guardare fuori dalla finestra, fa un respiro profondo e continua: «Non so se sia stata mamma a convincere papà o se lui abbia deciso di sua iniziativa. Sfidò l'Alpha Jaxon e, con l'aiuto di suo fratello Mark, lo sconfissero per diventare l'Alpha dell'Emerald Moon».
Lo interrompo: «Suo fratello Mark? Intendi il Beta Mark?».
Jonathon si volta a guardarmi. «Sì, proprio lui. Papà e lo zio Mark hanno ucciso l'Alpha Jaxon. Non so che fine abbiano fatto la sua compagna Yvette o i suoi figli.»
«Stando alle voci che mi hanno riferito i membri del branco, non fu papà a ucciderlo; furono il lupo di Bruce e quello di Mark, su ordine di papà, con l'aiuto di Leonie, il lupo di mamma. Non conoscevo l'Alpha Jaxon di persona, ma mi hanno detto che non si trasformava mai nel suo lupo. Il siero che papà ha iniettato a tuo padre… si crede che ne abbia usato un po' anche su di lui. Ha avuto il siero da una strega. Lo chiamava Niente Più Lupo» ridacchiò. «Azzeccato per un siero che ci impedisce di trasformarci, eh?»
«Ha ucciso il lupo di papà?» gli chiedo.
«No, ingabbia solo il lupo in modo che non possa trasformarsi. Papà non combatte mai lealmente. Molto probabilmente aveva pianificato di prendersi il territorio con lo zio Mark prima ancora di venire qui a discutere dei confini. Avrà usato l'incontro come diversivo per guadagnarsi la fiducia, e un attimo dopo ti ritrovi sotto attacco e non puoi fare niente finché non è troppo tardi» concluse.
«Perché mi stai dicendo tutto questo?» gli chiedo infine.
«Perché» dice, avvicinandosi alla scrivania di papà, «non voglio diventare quello che mio padre vuole che io sia. Spero che tu possa aiutarmi a scappare dai miei genitori.»
«Ho solo quindici anni come te e non sono ancora un Alpha, cosa posso fare?» intuendo che stava pensando la stessa cosa che pensavo io.
«Non lo so. So che dobbiamo inventarci qualcosa; non ce la faccio più a sopportare le botte.» Questo spiegava il sussulto che avevo notato. Vado alla scrivania di papà e prendo un foglio e una penna.
«Tieni» gli dico, scrivendo il mio numero di cellulare. «Mandami un messaggio tra una settimana. Parlerò con i miei genitori e troveremo una soluzione.» Lui mi rivolge un sorriso sghembo e si dirige verso la porta.
«Non dimenticare di chiudere a chiave; non voglio che papà o chiunque altro ti trovi» dice, guardandomi da sopra la spalla.
