


Capitolo 3
Si chinò per annusarlo senza toglierlo dalla sedia, aveva un buon odore. Sapeva di profumo da uomo.
Ben uscì dal bagno asciugandosi le mani con l'asciugamano fornito dall'hotel. C'era qualcun altro nella stanza.
Si chiese se fosse lei, si chiese se fosse Belle. Stando lì a guardarla toccare la sua giacca, che aveva steso sul bracciolo della sedia, pensò che fosse sexy.
Anche con le luci soffuse, pensava che fosse sexy nel vestito che indossava. Quando si chinò per annusare la sua giacca, vide il suo vestito sollevarsi. Si avvicinò al comodino e accese la luce più forte, lei si girò immediatamente.
"Belle?" Chiese con una voce bassa e profondamente maschile.
"Sì. Ben, giusto?" Vide un uomo con una camicia a maniche lunghe.
"Sì." Si avvicinò a lei. "Cazzo, sei bellissima." Mormorò anche se lei poteva sentirlo. Era stupito dalla sua bellezza, ammirava come avesse raccolto i capelli in una coda di cavallo perfetta e come le sue spalle fossero scoperte, senza capelli a coprirle, solo il sottile spallino del suo vestito.
"Sei molto carina." Disse di nuovo, in modo che lei potesse sentire.
"Lo so." Lui rise alla sua risposta e poi lasciò che si trasformasse in un sorriso.
"Immagino che tu sia abituata a tali complimenti." Disse e lei sorrise.
"Mi dispiace per il ritardo, i miei amici pensavano che non fossi abbastanza carina con il vestito che intendevo indossare."
"I tuoi amici sanno dove stavi andando? e perché?"
"Beh... pensano che stia andando ad un appuntamento." Mentì sapendo quanto fosse strano che lo sapessero.
"Hanno fatto un buon lavoro, non so cosa intendevi indossare prima di questo, ma sono sicuro che saresti stata comunque bellissima."
Non disse altro, stava lì a giocherellare con le dita, cercando di controllare il nervosismo. Lui si avvicinò a lei. Stando direttamente di fronte a lei, notò quanto fosse più alto di lei.
"Stiamo per..." Voleva chiedere con la testa bassa, non voleva chiederglielo guardandolo ma lui le sollevò il mento per farle alzare lo sguardo.
"Cosa?" Le chiese, accarezzandole la guancia con la mano sinistra.
"Hai gli occhi azzurri." Notò.
Lei guardò in basso per evitare i suoi occhi scuri, non lo avrebbe detto, ma li trovava spaventosi. Semplicemente non sapeva quanto fossero pieni di fame.
"Stai per..." Stava per chiedere di nuovo ma lui la interruppe con la sua risposta.
"No." Disse facendola guardare di nuovo su di lui con sorpresa.
"No?" Lui aveva questo sorriso quando lei chiese, si avvicinò a lei, si chinò come se stesse per baciarla ma posizionò le labbra accanto alle sue orecchie, con entrambe le mani sul suo collo sottile, mentre ancora giocava con le sue guance.
"Non faccio l'amore. Io scopo. Scopo forte." Le sussurrò nell'orecchio con la sua voce magnetica, le fece venire i brividi.
Si voltò a guardarla per ottenere una sua reazione. Lei si leccò le labbra, aveva tolto il lucidalabbra in ascensore perché non si sentiva a suo agio, ma ora erano un po' secche, così le leccò, ma lui trovò il gesto seducente.
Le prese la borsa e la posò sul tavolo tra i due divani. Le tolse gli orecchini, si avvicinò al comodino e li mise accanto al suo orologio e a un anello.
Tornando da lei, le accarezzò la spalla, con le mani che scivolavano lentamente lungo il sottile laccio che teneva su il vestito, si fermò al gomito e iniziò a baciarle il braccio destro, risalendo fino alla spalla, ma lei lo fermò.
"Sei sposato?" chiese preoccupata. Stava andando contro sua nonna perdendo la verginità in questo modo, ma non avrebbe mai fatto sesso con un uomo sposato o impegnato.
Lui rise per un breve momento prima di smettere quando notò che lei non rideva.
"No, non lo sono." Le rispose sorridendo.
"L'anello." Lei era lontana dal tavolo dove si trovava l'anello e non poteva dire di che tipo fosse, ma doveva essere sicura.
"L'anello di mio padre, ora è mio." Smetteva di sorridere. "Non sai chi sono, vero?"
"No, non lo so, neanche tu sai chi sono io, sto solo facendo attenzione."
Lui sorrise di nuovo.
"Non c'è niente di sbagliato in questo." Dichiarò.
Non era sposato, tutti nella città S lo sapevano, ma lei no. Ora sapeva che non era di questa città, perché se lo fosse stata, avrebbe saputo con chi stava per avere una notte di passione.
Tutto ciò che sapeva era che il suo nome era Ben e che aveva ventinove anni, non sapeva nemmeno che aspetto avesse prima di venire in hotel. Si aspettava che lei fosse sorpresa quando avrebbe acceso la luce e avrebbe visto chi era.
"Posso vederlo?" Chiese.
"Davvero?" Lei annuì. Lui prese l'anello e glielo mostrò. Lei lo prese, guardandolo ora, era ovvio che non fosse un anello di matrimonio. Aveva un'iscrizione; B L. Glielo restituì.
"Posso fare sesso con te ora?" Chiese stando vicino a lei come prima, con la punta del naso che toccava la sua fronte.
"Non usare la parola 'scopare', preferirei che lo chiamassi sesso." Disse, sentendo il suo respiro caldo sulla fronte.
"Perché? Suona troppo volgare?" Chiese di nuovo, ma lei non rispose. "Sai, forse dovrei fare l'amore con te." Si avvicinò al suo orecchio destro, baciandolo. Sentì un piccolo gemito di piacere.
Le accarezzò lo zigomo lentamente con il pollice, tracciandolo fino alle labbra. Le ammirava mentre giocava con esse usando il pollice, le strofinava lentamente come se stesse mettendo il rossetto.
A/N
Ehi, tu che stai leggendo, grazie per essere arrivato fin qui, per favore non smettere, supportami in qualsiasi modo tu possa. Le tue recensioni, i tuoi commenti, le tue critiche, apprezzerò tutto. Ti voglio bene.
Davvero, non ti conosco ma stai leggendo, quindi ti voglio bene.