Capitolo 4

Vedendo Getty, Alessandro aggrottò leggermente le sopracciglia e chiese: "Perché sei qui?"

Gettando un'occhiata a Quinn accanto a lui, Getty notò dei segni leggeri sul suo collo, alimentando la sua rabbia.

Getty represse la sua rabbia e sorrise ad Alessandro, dicendo: "Sono venuta qui perché volevo vederti."

Alessandro si rivolse a Quinn, "Vai dentro e inizia a lavorare."

Quinn annuì e si diresse verso la caffetteria.

Quello era il posto dove lavorava; dopo molti rifiuti, quel luogo era l'unico disposto ad accoglierla.

Una volta che Quinn fu fuori portata d'orecchio, Getty prese il braccio di Alessandro, con un accenno di civetteria nel tono, "Sei ancora arrabbiato?"

Alessandro non allontanò Getty, dicendo semplicemente, "Parliamo in macchina."

Prima di salire, Getty tirò fuori un disinfettante dalla borsa e spruzzò il sedile dove Quinn si era seduta più volte. Poi alzò lo sguardo e disse con un sorriso, "Cose sporche sono state sedute qui. Non è pulito. Disinfettiamolo!"

Alessandro la osservava intensamente, senza dire nulla, permettendole silenziosamente di agire.

Dall'interno della caffetteria, Quinn osservava tutto attraverso il vetro.

Vide l'indulgenza di Alessandro verso Getty e il suo affetto per lei.

Coloro che erano favoriti dagli altri spesso si sentivano invincibili. Alessandro amava Getty, quindi, per quanto irragionevoli o assurde fossero le sue azioni, sembravano giustificate ai suoi occhi.

Anche quando umiliava sua moglie davanti a lui.

Dopo aver disinfettato il sedile, Getty finalmente salì in macchina.

Si aggiustò i capelli ricci e prese la mano di Alessandro, "Va bene, perché quella faccia lunga? Non parlerò più di divorzio in futuro!"

Alessandro la viziava, ma ogni volta che Getty menzionava il divorzio tra lui e la donna muta, Alessandro si arrabbiava immediatamente.

Sebbene Alessandro affermasse sempre di non amare la donna muta e di provare solo un senso di responsabilità verso Quinn, Getty si arrabbiava comunque.

La gelosia di Getty era intensa; voleva un favoritismo esclusivo e non poteva sopportare l'idea che un'altra donna condividesse l'amore di Alessandro, anche se quella donna era muta!

Inoltre, Getty sentiva sempre che Alessandro stesse mentendo. L'intuizione di una donna le diceva che Alessandro potesse effettivamente amare la donna muta, ma fosse solo incapace di esprimerlo.

Pensando a questo, Getty si arrabbiava ancora di più e aumentava il suo odio verso Quinn.

Alessandro accese una sigaretta, si appoggiò al sedile, fece due lunghe boccate e il fumo riempì la macchina.

"Getty, ti ho promesso che finché sarai con me, non dovrai mai preoccuparti di nulla. Anche se non ci sposiamo mai, mi prenderò cura di te per tutta la vita. Mantengo le mie promesse," disse.

Rivolgendosi a Getty, continuò, "Questa è la mia promessa per te, proprio come quella che ho fatto a mio nonno."

Prima che suo nonno morisse, fece giurare ad Alessandro di prendersi cura di Quinn per tutta la vita, anche se non la amava.

Alessandro fece quella promessa!

Nella sua vita, Alessandro aveva fatto promesse solo a due persone: suo nonno e Getty.

Promesse! Maledette promesse. Ogni volta che Getty sentiva quelle parole, si infuriava!

"Sì, so che mantieni la parola," Getty represse la sua rabbia e mormorò, "Ma sono stata io a stare con te per prima!"

Finita la sigaretta, Alessandro gettò il mozzicone fuori dalla macchina, poi prese la mano di Getty, con un accenno di indulgenza nel tono, "Mi dispiace. Dimmi solo cosa vuoi."

Inclinando la testa, Getty pensò per un momento, "Non ho più voglia di guidare la mia Ferrari. Voglio una Maserati invece!"

Alessandro sorrise debolmente, "Fatto."

Getty aggiunse, "Inoltre, non tornare a vedere quella donna muta Quinn per un mese."

Alessandro esitò per un momento ma alla fine annuì, "Va bene."

Soddisfatta, Getty sorrise, "Andiamo, è ora di andare al lavoro!"

Quinn osservava mentre Alessandro e Getty si allontanavano in macchina, sentendo un immenso dolore nel cuore.

Il panno che aveva in mano era accartocciato dalla sua presa.

Lisciò il panno sul tavolo, come se stesse calmando il proprio cuore, contorto in un nodo.

In quel momento, una voce parlò, "Tuo marito è così intimo con altre donne. Non sei arrabbiata?"

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